Altopiano di Rascino


Dalla strada, l'altopiano appare come un' imponente anfiteatro, circondato dalle montagne. Quest'ultime, separano il territorio reatino da quello aquilano.
Il pianoro e i rilievi sono coperti di bianco, ma non in modo uniforme. Il lago, con le numerose lingue che si allungano, riflette l'azzurro del cielo, il bianco delle nuvole e il verde degli abeti formando immagini rovesciate.


La temperatura iniziale è bassa, con folate di vento freddo che si infilano ovunque. E' necessario muoversi.
La neve sotto le ciaspole è inizialmente dura, e in alcuni punti scrocchia, ma con il passare del tempo e l'intensificarsi del calore del sole, si ammorbidisce sensibilmente. A volte le ciaspole affondano.

La regolarità del pianoro è interrotta da declivi profondi disposti a reticolo e riempiti dalla neve fusa; per proseguire è necessario scavalcarli togliendo più volte ciaspole e sci.

Il paesaggio è prettamente invernale, ma zolle di terra marroni e ben nutrite emergono dalla neve, così come i crocus viola bucano la distesa bianca, per niente stazzonati dal gelo. L'erba di un verde smeraldo, in molti punti ha già preso il posto della neve. I rami di alberi e arbusti sono rigonfi della nuova vita, che attende il momento giusto per rivelarsi.
E' evidente che l'inverno si sta preparando ad andare e la primavera, piena di colori e profumi fra poco si affaccerà prepotentemente, ma "quando vuole lei" come dice Mario Lodi in Bandiera. 
Con calma l'uno sta consegnando il testimone all'altra.

Il lago di origine carsica, si alimenta grazie alle precipitazioni nevose ed occupa un posto di rilievo nel pianoro. Decidiamo di girargli intorno, gustando ogni attimo dello splendido paesaggio. 

Per la maggior parte del tempo siamo soli. Pochi i rumori. In lontananza il motore di un aereo. E' la condizione giusta per concentrarsi sui suoni del pianoro. Il fruscio della neve ammorbidita che scivola via dai rami, cornacchie in volo, lo scroscio di un torrentello che scorre dentro un letto leggermente in discesa e poco altro. Solo il rumore assordante della natura.

Intorno solo bellezza ed equilibrio. La pelle dell'acqua è lievemente increspata della brezza del vento e sulla superficie già pullula la vita, sotto forma di tanti insetti.


Il vento dei giorni scorsi ha disegnato sul manto bianco, forme simili a montagne,  segni tondi come le curve che abbiamo percorso salendo in macchina e ali di uccello in volo. Il freddo le ha cristallizzate.


Chissà se sarà altrettanto bello e suggestivo anche in primavera, quando il bianco lascerà spazio al verde e ai colori della fioritura spontanea?





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