Il paese dei colori 1
Questo racconto, come diversi di quelli che provo a mettere su carta, nasce dall'esigenza di avvicinare i bambini ai segreti e alle meraviglie della natura.
Inizialmente era un breve racconto di una sola pagina che poi ho deciso di ampliare alcuni concetti.
Ne è nato un racconto più lungo e articolato, che pubblicherò in questo blog a puntate, con scadenza di due o tre giorni.
Ecco di seguito la prima parte. Buona lettura.
Il Paese dei Colori
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| Halstatt Austria |
- … 28, 29, 30. - Finito di contare, Chicco si allontana dalla tana e si volta verso la piazza Arancione, strizzando gli occhi azzurri attenti al minimo movimento che potesse indicargli il nascondiglio di Tommy, Luna e Alice.
Si allontana un
po’ dal Grande Platano che, con la chioma scompigliat a dal vento, lo ha riparato dai caldi raggi del Sole.
- Luna dove sei?
– silenzio. Ci riprova – Tommy, Alice, dove siete?-
Si allontana
ancora un po’ senza perdere di vista la tana e con l’orecchio teso a percepire
ogni rumore, tenendo stretto nelle mani
il suo lecca-lecca gigante e
colorato.
È un giorno gioioso
quello, perché nel Paese dei Colori sono nati durante il mese due bambini e tre
bambine e i loro genitori per la contentezza hanno organizzato una Grande Festa con una torta gigante a
cinque piani, due azzurri e tre rosa, con tanti confetti colorati; alla
festa sono stati invitati tutti gli abitanti del paese, i Colorini.
C’è tanta
felicità e allegria!
Alice nascosta
dietro alla fontana Gialla osserva Chicco, cercando di approfittare della sua
disattenzione : quando pensa che sia venuto il momento, corre verso la tana, ma
lui si accorge, e correndo sulle sue
gambe paffute riesce a toccare per primo la corteccia del Grande Platano:
- Tana Alice!
- Come hai fatto
a vedermi? – chiede Alice un po’ imbronciat a e buffa
con i denti superiori che sporgono da sotto le labbra.
– Non ti ho vista, ma ho sentito il rumore delle
tue scarpe!- Risponde Chicco.
– Ma ora stai in silenzio, non distrarmi! Devo
trovare Luna e Tommy!
- Io lo so dove
sono ma non te lo dico… -
-Io non lo
voglio sapere!- risponde con una cantilena Chicco.
Mentre nel paese
la festa continua, Chicco non smette di cercare. Si accorge che una testolina
fa capolino da dietro il muro della casa Rossa della signora Alida e gli sembra
proprio Tommy, il quale, scoperto per
non aver trattenuto la curiosità, si lancia verso la Tana sperando di correre
più veloce di Chicco, che prudente non si è allontanato molto:
-Tana Tommy-
grida Chicco.
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| immagine scaricata da http://www.disegnidacolorareonline.com |
Tommy,
indispettito per essersi fatto scoprire da un “piccoletto”, ruba il lecca-lecca
ormai consumato a Chicco, il quale abbandonata
ogni prudenza corre dietro a Tommy per
recuperare il maltolto; Luna che ha visto
da lontano, nascosta dietro a una
panchina, corre verso la tana e grida:
- Tana libera
tutti! Tana libera tutti!
Ma l’attenzione
di Chicco e Tommy viene catturata da un gatto dal pelo nero lucente, tranne per la zampa
anteriore sinistra che è grigia come se indossasse un calzettone. E’ seduto sulle zampe posteriori, con
gli occhi gelidi e penetranti li osserva
da sopra un muretto; Tommy e Chicco, incrociando quello sguardo, rimangono a bocca spalancata.
Poco dopo il gatto se ne va con passo lento ed
elegante. Non lo hanno mai visto prima!
-Tommy, Chicco!-
Sono le voci di Violante, mamma di Tommy e di Eulalia, mamma di Chicco. – Venite
a mangiare la torta! –
I due bambini,
attratti dalla novità, si precipitano verso la piazza per ricevere una bella
fetta di dolce.
La giornata di
festa volge al termine e tutti i Colorini vanno a salutare e ringraziare i felici genitori.
– Grazie!-
- Tanti Auguri!-
-Che bella giornata quella in cui nuove
vite vengono alla luce! È come aprire una finestra e affacciarsi sul futuro!- Dice Ghita, il nonno di una
delle bambine festeggiat e, nell’arrivare davanti
casa, salutando la maestra Rosalinda,
con cui ha fatto un tratto di via Blu Oltremare :
– Ha proprio ragione! I bambini sono la
rassicurazione che il mondo continuerà
all’infinito! - Concorda Rosalinda.
Ghita è
il più anziano del paese. Ha la pelle
del volto rugosa come la corteccia dell’ Acero cresciuto di fianco alla sua casa, che ha vissuto il risveglio di molte Primavere. –
Presto sarà necessario allargare i
confini del nostro paese, se
continueremo a crescere con questo ritmo- dice.
- Sarebbe meraviglioso Ghita!
Buonanotte!-
-Buonan …. – la parola si tronca in
bocca a Ghita.
In quel mentre, dai rami dell’Acero, si
sente provenire lo stridio di una civetta.
- Uhuuùhuu- con una cadenza
ossessionante e malinconica a cui risponde il miagolare di un gatto, non molto
distante – Miao, miao!
Sia Ghita che Rosalinda sanno che ascoltare il verso della civetta non
porta buone notizie. Ma timorosi che anche solo pronunciare una parola potesse
materializzare le loro paure, preferiscono rimanere in silenzio, sperando che
nulla di male accada in quel paese felice.






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