Il fiume Nera
IL FIUME NERA da piazza 13 giugno Un gabbiano vola sopra la mia testa, tagliando il fiume in tutta la sua larghezza, in direzione dei palazzi appena più in là. Lo seguo con lo sguardo, ammirata ma non stupita di vedere un uccello del mare dentro la città. Chissà dove avrà fatto il suo nido? A quest’ora del mattino i raggi del sole sono riflessi dalla balaustra d’acciaio che delimita la piazza a forma di prua e anche dalle acque sottostanti che scorrono verso la loro fine, diffondendo argentee striature nell’aria. Alla sua destra e alla sua sinistra le alte mura, opera delle mani dell’uomo, come sentinelle affidabili, contengono le sue acque proteggendo argini e abitazioni. Fra le fessure delle pietre, vicine come un puzzle, spuntano rigogliose e tenaci piante di cappero. La piazza è deserta, ma non lo è il belvedere inferiore. Un pescatore aspetta paziente che all’amo della sua canna da pesca abbocchi qualche cavedano, barbo o luccio, residenti di quelle acque v