LA LEGGENDA RIVISITATA DEL DRAGO DI TERNI Drago di Terni da misteri e leggende in Italia Tramandato di bocca in bocca, è arrivato fino a noi il racconto che in tempi lontani, nascosto agli occhi dei più, viveva appena fuori la città di Terni, un Drago Alato, Tiro, che terrorizzava tutta la popolazione. Alcuni lo avevano visto e molti di questi non avevano fatto ritorno nelle proprie case. M a un ternano che si era avventurato fino alla Chiusa, era riuscito a sfuggirgli e potè descriverlo ai suoi concittadini terrorizzati come un animale davvero maestoso e particolare, un po’ drago e un po’ uccello con ali grandi con cui copriva ampi spazi in breve tempo. Le zampe posteriori arcuate e possenti avevano artigli appuntiti come spade. L’ enorme coda muscolosa poteva spazzare lontano chiunque si fosse avvicinato. Il corpo era coperto di grosse squame e gli occhi profondi e magnetici inchiodavano lo sguardo di chiunque avesse avuto il coraggio di posare
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Visualizzazione dei post da maggio, 2017
Torta di mele
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TORTA DI MELE "Che noia! Che barba! " sbuffa la signora Uovo Sodo con la signora Uovo alla Coque " dentro a questo frigorifero non succede mai nulla di nuovo" . - " Si ha propvio vagione signova Uovo Sodo " concorda l'altra. Nel frattempo anche le altre otto Uova che abitano l’ultimo ripiano del frigorifero ascoltano la chiacchierata, chi sbadigliando, chi sonnecchiando, chi stiracchiando gambe e braccia. La signora Uova in Camicia, è una signora fortunata ( è nata con la camicia ), e da un po’ di tempo fa gli occhi dolci all’inquilino del ripiano di sotto. Decide di scendere per proporre: " Signor Burro che ne dice di fare insieme una bella crema?" Il signor Burro, rigido e tutto d’un pezzo risponde che gli sarebbe piaciuto ma che lui sì è burro … ma non è proprio morbido come quello che serve per fare la crema. Che fare allora? Ecco che accade un imprevisto. Il cuoco lascia sbadatamente aper
Gli Sporcelli
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GLI SPORCELLI di ROALD DAHL ovvero "Chi fa la fascina se la strascina " Qualche giorno fa un'amica di Narni mi ha raccontato un proverbio della sua città molto curioso: Chi fa la fascina se la strascina , per dire che chi architetta piani a danni di altri rischia che gli ricadano addosso. Tipo Chi la fa la aspetti oppure Chi di spada ferisce di spada perisce ... che poi è il finale de Gli Sporcelli. Ho deciso di non mollare Roald Dahl, ma anzi di proseguire a spulciare la sua ricca produzione. Gioca molto con le parole l'autore e Sporcelli è un titolo che mi ha intrigato. Si parla di (s)porcelli, cioè animali a quattro zampe o di persone molto sporche? O molto brutte? O molto cattive? ... In realtà di tutte e tre le condizioni concentrate in un' unica persona, o meglio in due: il signore e la signora Pelinfaccia, detti Sporcelli, moglie e marito. Brutti davvero ... no non solo brutti ... disgustosi! Perchè " se una person
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MATILDE di ROALD DAHL ovvero una bella scoperta Roald Dhal ... fino a qualche giorno fa non ti avevo mai letto anche se avev o sentito parlare di una delle tue protagoniste principali, Matilde, come di una bambina che "una ne pensa e cento ne fa" . Quindi incuriosita, come spesso mi capita quando c'è qualcosa che non conosco, e soprattutto in questo periodo in cui sono attratta particolarmente dalla letteratura per l'infanzia, con una certa predilezione per i classici, ho acquistato una copia del tuo libro. Duecentoventuno pagine lette quasi tutto di un fiato, per conoscere una meravigliosa bambina, con un'intelligenza e perspicacia al di sopra della norma, immersa in un contesto umano adulto in cui nessuno di noi vorrebbe trovarsi, con l' unica eccezione della signorina Dolcemiele, il suo secondo approdo sicuro. Si c'è ne è anche un altro di approdo sicuro per lei ... Il primo: i LIBRI. Questo romanzo è una "sfac
Il ciliegio
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IL CILIEGIO racconto di Roberta Braghelli Il Ciliegio di Emilio Sommariva C’era e c’è ancora un albero di ciliegio silenzioso, triste e un po’ stanco della sua solitudine che sorveglia attento, dallo spuntare del giorno fino all’arrivo delle prime luci della notte, la casa dalle pareti bianche che ha di fronte, una casa ormai chiusa da tempo. Il ciliegio ricorda con malinconia che quando era giovane lo spazio a lui intorno brulicava di vita, di una vita onesta e semplice, di suoni e di odori primitivi. In quella grande casa che, se socchiudeva gli occhi poteva ancora ricordarla com’era, viveva una famiglia composta da quattro persone: un uomo e una donna sposati, una bambina diventata poi splendida donna che aveva preso il volo allontanandosi e costruendo la sua vita altrove e il fratello dell’uomo, che aveva bisogno di aiuto da quando era nato e che si portava appresso colpe non sue. L’uomo, ricorda il ciliegio, era fatto di una pasta speciale. Era forte come la