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Visualizzazione dei post da aprile, 2018

Gli ultimi... non saranno mai primi

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Gli ultimi... non saranno mai i primi 2 Si diressero verso l’apertura indicata dal pescatore. Bussarono a una porta di ferro. Nessuna risposta. Era chiusa da fuori con un lucchetto. Mentre erano lì davanti, un uomo sui cinquant’anni, grosso quanto un armadio a due ante, appena li vide, scappò verso il camminamento che costeggiava il fiume. Perla e Manzi lo rincorsero. Perla, più agile, lo bloccò, facendolo cadere a faccia in giù, proprio sulle scale di ponte Garibaldi. Riuscì a tenerlo bloccato e a far scattare le manette ai polsi. “Fermo!” intimò. “Non ho fatto niente.” rispose quello. “Perché scappi, allora?” “Siete della polizia, no? Quanno te cerca la madama, quarcosa taritrova” “Abiti lì?” “Sì.” “Andiamo. Apri la porta.” “Non ho fatto gnente .” “Questo lo vedremo.” Sganciarono le manette. Duccio fece scattare il lucchetto della porta, con la mano sinistra. “È mancino?” chiese Manzi “ È reato?” rispose quello. “ Dipende” fece Perla. Entrarono de

Gli ultimi… non saranno mai primi

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Gli ultimi… non saranno mai primi 1           Passeggiando lungo il fiume Nera ho avuto occasione di osservare, lo stato di abbandono e incuria in cui le sponde del corso d'acqua sono lasciate, diventando anche rifugio approssimato per molti disperati. Questa realtà ha ispirato un racconto poliziesco, per evidenziare fatti non noti a molti, come non lo era per me.           Il fiume ha dato i natali e il nome alla città di Terni, nata tra due corsi d'acqua: il Nera e il Serra. Il nucleo originale dell'insediamento urbano ha preso il nome di Interamna Nahrs. Interamna significa appunto tra due fiumi. Nahars è stato aggiunto per distinguerla da altre città sorte fra due fiumi e probabilmente indica lo zolfo, elemento che rendeva bianche le acque del Nera. Oggi, il Nera è settimo fiume in Italia per portata d'acqua e affluente importantissimo del fiume Tevere perché contribuisce ai due terzi alla sua portata.        La storia si svolge a Terni, città di pro

Di notte nel parco 3

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Di notte nel parco 3 Dopo il restauro Dora volle tornare, anche solo per un po’, dove era stata la sua casa. Flap, flap . Volò sopra gli alberi del parco e i tetti del centro della città e si diresse verso via del Plebiscito. Lì era nata, con sua sorella, tanti lustri fa. Ricordare i giorni in cui i ternani erano orgogliosi di lei e Clo per la grazia, la bellezza e l’operosità con cui ornavano la fontana l’aiutava a superare la tristezza. E poi quando tornava lì si sentiva più vicina a lui. Ieri sembra che non sia mai esistito. Eppure è accaduto. La fontana addossata alla chiesa non è una mia invenzione, vero? Ti ricordi anche tu quando hai sistemato il tuo cavalletto e hai dipinto sulla tua tela l’immagine mia e di Clo. Ricordo il tuo sguardo ammirato, posato su di me e il mio cuore che faceva balzi di gioia. Sei tornato ancora, anche dopo aver terminato il quadro. E poi non  più. Il Cedro del Libano Dora si scosse. Fra poco sarebbe arrivata l’alba. Rientrò nel

Arezzo

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Arezzo Il sole che scalda più dell'immaginato ha accompagnato i tre giorni trascorsi in Toscana dandoci un assaggio di primavera inoltrata. Ma è solo una pausa alle giornate di pioggia e alle temperature basse dei giorni precedenti. I prati sono coperti di un tenero verde e di macchie di giallo in un'esplosione di fioritura. Sugli alberi sputi di verde, colorano appena i rami grigi e spogli degli alberi. Quà e là, biancospini dalla chioma tonda profumano l'aria e contrastano con l'azzurro del cielo, appena velato da cirri. La città ci accoglie con l'ordine e la pulizia delle strade e dei giardini, piccole oasi in cui verrebbe voglia di sedersi e godere del contatto con la terra. Monumento dedicato a Francesco Petrarca I passi, uno davanti l'altro, sono guidati dalla voglia di conoscere i  monumenti, le vie, le piazze. Incamminandoci verso la Fortezza restaurata da poco, incontriamo il monumento marmoreo, dedicato dal Comune di Arezzo a F

Di notte nel parco 2

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Di notte nel parco “Aldo, ma davvero il geometra ha parlato anche di me e Clo?! Dimmi che ha detto di preciso, dai!” Finalmente, ora che la notte aveva ammantato di buio la città e il parco, Dora e sua sorella si erano trasformate in esseri pieni di vita. Il bel viso di Dora, ornato dai lunghi capelli, tradiva impazienza, incredulità e gioia: “Quanto ho aspettato questo momento! Finalmente mi verrà restituita la mia bellezza. Quando cominceranno i lavori?” Dora volava intorno ad Aldo aspettando una risposta. “Il geometra ha detto che domani traslocheranno i pesci rossi dalla fontana ottagonale, i germani reali dal laghetto centrale e li metteranno tutti nel lago più grande dove è Capoverde…” “… poi arriverà la restauratrice per cominciare a lavorare sulla fontana e sui laghetti. Infine verrà anche da te e Clo”, concluse Oreste, che non voleva lasciare tutta la scena ad Aldo. “Ma siamo impazziti?!” urlò Oscar, con i pesci rossi al seguito. “Ma come farà il laghetto ad