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Visualizzazione dei post da febbraio, 2017
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Ernest e Celestine Non sono una critica letteraria ma i libri sono la mia passione e ogni tanto proverò a proporne qualcuno particolarmente interessante per la storia, il linguaggio o lo stile. O perché mi sono arrivati dentro il cuore. Ernest e Celestine di Pennac è uno di questi. “ Metti il dente che ti è caduto sotto il cuscino, perché stanotte passerà il topolino, lo prenderà e ti lascerà dei soldini”.  Ernest e Celestine parte proprio da queste parole che tutti i genitori dicono ai loro bambini alla caduta del primo dente. In realtà va ben oltre. In questo romanzo  il mondo di sopra, abitato dagli orsi,  e quello di sotto abitato dai topi  sono inizialmente   divisi da  un muro di asfalto e dalla reciproca diffidenza, ma poi nasce una tenera storia d’amicizia tra una topolina impertinente che vuole fare la pittrice e un orso grande e goloso che vuole dedicarsi alla musica. Dovranno affrontare avventure e pericoli, sfuggendo ai topi del mondo di sotto att

Il mistero dei gelati scomparsi

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IL MISTERO DEI GELATI SCOMPARSI Mi è stato chiesto di scrivere un ricordo della mia infanzia. Il primo. Chi lo sa se quello che mi viene in mente è capitato  prima o dopo. I ricordi si confondono, le distanze temporali  si dissolvono e sono come tanti flashback che mi fanno fare passi  indietro nel tempo. Avrò avuto cinque anni? E mio fratello tre e mezzo? Non so. Era una giornata calda perché il signore dei gelati, in mattinata,  ne aveva consegnati così tanti a mia madre da riempire il congelatore del bar. Avevamo seguito tutte le operazioni di scarico con molta attenzione.  Quei pacchetti preziosi erano impilati ordinatamente uno sopra l’altro sulla bravetta. -          Io voglio  un ghiacciolo alla menta. E tu? -          Fragola! Fragola!  Mentre di pomeriggio tutti dormivano, quatti, quatti siamo scesi di sotto al bar. Addossato al muro c’era lui: il surgelatore!  Ho pensato che essendo più alta, dovevo provare io a prendere i gelati. Con le mani agg

Storia di una quercia e di un bambino speciale

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In questa pagina  ospito  volentieri un racconto dell'insegnante Roberta Braghelli STORIA DI UNA QUERCIA E DI UN BAMBINO SPECIALE Ciao bambini, io sono una Quercia, una Quercia secolare, cioè vuol dire che sto su questa Terra da tanto tanto tempo, da così tanto che nemmeno io mi ricordo il giorno in cui sono nata. Vivo nel giardino di una scuola dell’infanzia e ….. quanti bambini ho visto crescere in tutti questi anni! Con le mie foglie faccio ombra e tra i miei rami si nascondono talmente tanti uccelli e insetti che non vi dico ….  insomma mi sento importante e preziosa! Ma un giorno (uno come tanti) ho scoperto cosa vuol dire avere un Amico Speciale. Mi ricordo che era Settembre, la scuola era iniziata da pochi giorni e arrivò lui…lui chi?  Lui…. quello che poi sarebbe diventato il mio miglior amico…. Era accompagnato dalla mamma e all’inizio mi sembrava un bambino come tanti avevo visto poi però, pian piano, giorno dopo giorno, mi accorsi che non er

Le forme della neve

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LE FORME DELLA NEVE   di Cristina Rompietti -         Ma siete impazziti??? – chiede  sorpresa Coscienza  Bibbolina alla Pioggia e Mago Gelo, con le labbra tirate e gli angoli all’ingiù. -      Siamo alle solite …. – si dicono guardandosi negli occhi Pioggia, Mago Gelo e Spiffero un po’ spazientiti con Coscienza Bibbolina, che, come suggerisce il suo nome  è spesso ripetitiva  e noiosa. -     Bibbolina, non può essere che ogni volta che proponiamo qualcosa tu stai lì sempre a fare la ramanzina! -  Risponde Pioggia - La nostra è una bellissima idea che farà divertire  molto i bambini. -           Vedrai quanto saranno felici! – aggiunge Mago Gelo. -           Poi rimarranno delusi! Vedrete – replica Coscienza Bibbolina, per niente convinta.   Ma Pioggia,  MagoGelo e Spiffero se ne vanno tenendosi sottobraccio, verso la parte alta del cielo, per nulla impensieriti dalle parole di Coscienza Bibbolina e già pregustando  quello che sarebbe accaduto la mattina dopo.

Le forme dell'acqua

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LE FORME DELL’ACQUA  Fuscello di Leonessa Il sole di gennaio, come una palla luminosa, dalla forza smorzata, gioca a nascondino fra gli alberi con i  rami  intirizziti e innevati e fa sbrilluccicare, come una pietra preziosa  la neve ghiacciata e dura sotto le ciaspole  e gli sci. Gli occhi avidamente fotografano l’insieme, per poi soffermarsi sui particolari. Sotto la strada d’ asfalto,  si apre una vallata, con un torrentello che scivola via  facendosi largo tra la neve, a tratti con la superfice  ghiacciata, a tratti  liquido. Scorre sinuoso tra anse e cascatelle. Proprio vicino ad una di queste,  i rami spogli di un albero si piegano verso il torrente, per il peso della neve e le gocce che schizzano dalla piccola cascata gli  si appiccicano addosso, come un guanto ghiacciato che lascia vedere il colore deciso dell’interno.  E’ basso, limpido e  offre agli occhi il suo fondo ciottoloso. Molte foglie cadendo hanno preferito fermarsi fra le sue acque e così zuppe si