Il mistero dei gelati scomparsi

IL MISTERO DEI GELATI SCOMPARSI





Mi è stato chiesto di scrivere un ricordo della mia infanzia. Il primo.
Chi lo sa se quello che mi viene in mente è capitato  prima o dopo. I ricordi si confondono, le distanze temporali  si dissolvono e sono come tanti flashback che mi fanno fare passi  indietro nel tempo.
Avrò avuto cinque anni? E mio fratello tre e mezzo? Non so.

Era una giornata calda perché il signore dei gelati, in mattinata,  ne aveva consegnati così tanti a mia madre da riempire il congelatore del bar. Avevamo seguito tutte le operazioni di scarico con molta attenzione.  Quei pacchetti preziosi erano impilati ordinatamente uno sopra l’altro sulla bravetta.
-         Io voglio  un ghiacciolo alla menta. E tu?
-         Fragola! Fragola!
 Mentre di pomeriggio tutti dormivano, quatti, quatti siamo scesi di sotto al bar.
Addossato al muro c’era lui: il surgelatore!  Ho pensato che essendo più alta, dovevo provare io a prendere i gelati. Con le mani aggrappate all’estremità superiore del surgelatore, facendo  forza sulle braccia, mi sono data una spinta con le gambe  e ho  fatto scorrere i coperchi uno sopra all’altro. Davanti ai miei occhi, sdraiati uno di fianco all’altro come i denti di un pettine, c’erano loro.
-         Dai! Dai! Lo voglio alla fragola – mi incitava Fabrizio, sulla punta dei piedi, allungando le braccia.
      Veloce ho agguantato il ghiacciolo alla fragola e quello alla menta che era un po’ più in là.
-         Prendili! –  dissi dandoli a Fabrizio.
-         Presi! Dai andiamo! –
-         Devo chiudere il frigorifero.  Fatto! –
Ora l’impresa non era facile. Non dovevamo farci scoprire. Mamma e papà si sarebbero potuti svegliare dal riposino. C’era poco tempo per fare il percorso inverso, uscire, chiudere la porta, attraversare il cortile e raggiungere lo sgabuzzino che stava appresso alla cantina.
Siamo sgattaiolati via con il pacchetto freddo e prezioso fra le mani. Presto avremo potuto gustarlo. Avevamo l’acquolina in bocca.
Arrivati allo sgabuzzino, strappiamo frettolosamente la carta … ma appena dopo la prima leccata,  mamma ci chiama.
-         Cristina, Fabrizio, ma dove siete andati?
Uffa! Che fare!
Mamma si preoccupava subito. Dovevamo rispondere … Di malavoglia lasciamo sul tavolo da lavoro di papà il tesoro e ci facciamo vedere da mamma.
Abbiamo pensato: Verremmo a mangiarli più tardi.
Ma più tardi … brutta sorpresa! I gelati non c’erano più. Non riuscivamo a spiegarci  cosa fosse successo. C’era la carta, la stecca e nient’altro.
Per giorni ci siamo chiesti: PERCHE’? Sarà stato un topolino, di quelli che ogni tanto vedevamo girare intorno? O il gatto?  Non potevamo fare domande perché avremmo dovuto confessare la nostra marachella.




Commenti

  1. Dopo tanti sforzi arriva la brutta sorpresa .
    Niente gelato ...anzi è pure andata bene che nn le abbiamo prese ..!!

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  2. Già ... un tenero ricordo...

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