Le forme dell'acqua
Il sole di gennaio, come una palla
luminosa, dalla forza smorzata, gioca a nascondino fra gli alberi con i rami
intirizziti e innevati e fa sbrilluccicare, come una pietra
preziosa la neve ghiacciata e dura sotto
le ciaspole e gli sci. Gli occhi
avidamente fotografano l’insieme, per poi soffermarsi sui particolari.


Sotto la strada d’ asfalto, si apre una vallata, con un torrentello che scivola
via facendosi largo tra la neve, a
tratti con la superfice ghiacciata, a
tratti liquido. Scorre sinuoso tra anse e cascatelle. Proprio
vicino ad una di queste, i rami spogli di
un albero si piegano verso il torrente, per il peso della neve e le gocce che
schizzano dalla piccola cascata gli si
appiccicano addosso, come un guanto ghiacciato che lascia vedere il colore
deciso dell’interno. E’ basso, limpido e offre
agli occhi il suo fondo ciottoloso. Molte
foglie cadendo hanno preferito fermarsi fra le sue acque e così zuppe si sono
colorate di un marrone caldo, con sfumature rossicce. Fili d’erba affiorano dall’acqua
e il freddo della notte ha ghiacciato il loro umidore, trasformandolo in
piccoli aghi attaccati ordinatamente agli steli, rendendoli simili a tanti fiori bianchi. La limpidezza dell’acqua fa
contrasto con il grigio dei ciottoli, il
marrone delle foglie, il biancore della neve, il verde dell’erba e appaga gli
occhi. Qualche cardo rinsecchito e gelato piega la testa, come fosse in
preghiera, verso l’acqua.
nascosti alla nostra vista,
che in altri momenti si sentono liberi di girovagare alla ricerca di acqua o cibo. Anche un uccello si è posato a terra: si intravedono i segni delle sue ali nella neve.
I
rami degli alberi, ora tutti spogli ma con il progetto di una
nuova vita, reggono il peso della neve ghiacciata, alcuni piegati verso
il basso, altri rivolti verso l’alto come una zazzera resa dritta e rigida da
una buona quantità di gel. Nelle ore più calde, rinvigoriti dal sole, vengono
alleggeriti dal loro peso: il calore
sciogliendo la neve fa cadere gocce
d’acqua che affondano a terra e lasciano buche come quelle che si fanno
sulla focaccia prima di metterla in
forno. Altre non ce la fanno a cadere. Rimangono
attaccate al ramo e appena arriva il freddo della notte gelano, facendo
somigliare i rami a tante dita con le unghie lunghe, appuntite e trasparenti.
Le foglie nell’acqua, il cardo rinsecchito
sono il passato, l’acqua nelle sue forme è
il presente e i rami che aspettano pazientemente la fuoriuscita delle gemme dalla loro pelle sono
il futuro. E’ il ciclo della vita.
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