LA LEGGENDA RIVISITATA DEL DRAGO DI TERNI
Drago di Terni da misteri e leggende in Italia |
Tramandato di bocca in bocca, è
arrivato fino a noi il racconto che in tempi lontani, nascosto
agli occhi dei più, viveva appena fuori la città di Terni, un Drago Alato,
Tiro, che terrorizzava tutta la popolazione.
Alcuni lo avevano visto e molti di questi non avevano fatto ritorno nelle proprie case.
Ma un ternano che si era avventurato fino alla Chiusa, era riuscito a sfuggirgli e potè descriverlo ai suoi concittadini terrorizzati come un animale davvero maestoso e particolare, un po’ drago e un po’ uccello con ali grandi con cui copriva ampi spazi in breve tempo.
Ma un ternano che si era avventurato fino alla Chiusa, era riuscito a sfuggirgli e potè descriverlo ai suoi concittadini terrorizzati come un animale davvero maestoso e particolare, un po’ drago e un po’ uccello con ali grandi con cui copriva ampi spazi in breve tempo.
Le zampe posteriori arcuate e possenti avevano artigli appuntiti come spade.
L’ enorme coda muscolosa poteva spazzare lontano chiunque si fosse avvicinato.
Il corpo era coperto di grosse squame e gli occhi profondi e magnetici inchiodavano lo sguardo di chiunque avesse avuto il coraggio di posare il proprio su di lui.
L’ enorme coda muscolosa poteva spazzare lontano chiunque si fosse avvicinato.
Il corpo era coperto di grosse squame e gli occhi profondi e magnetici inchiodavano lo sguardo di chiunque avesse avuto il coraggio di posare il proprio su di lui.
Chiunque usciva fuori dalle mura della città sapeva di non essere al sicuro,
perché in qualsiasi momento questo terribile mostro poteva aggredire chiunque avesse il coraggio di mettersi in cammino; organizzare un viaggio, poi era proprio improponibile!
Ma
non bastava essere prigionieri nella propria città!
A volte, quando arrivava l’inverno, non riuscendo a trovare nulla da mangiare, si avvicinava alle
abitazioni terrorizzando i ternani, che spaventatissimi si rinchiudevano nelle
loro case.
Non si poteva uscire di casa per andare a lavorare o per giocare nelle piazze!
Non si poteva uscire di casa per andare a lavorare o per giocare nelle piazze!
I cuori dei cittadini erano cupi e pieni di tristezza e rabbia.
Anche il cielo partecipava al loro
sconforto perché spesso si tingeva di grigio piombo: una cappa spessa che rendeva
l’aria irrespirabile
“ Ecco siamo prigionieri a casa nostra!” qualcuno
si lamentava
E altri: “ Ma il Consiglio degli
Anziani che fa?
Le mamme e i papà preoccupati si chiedevano “Che futuro avranno i nostri figli ? “
Le mamme e i papà preoccupati si chiedevano “Che futuro avranno i nostri figli ? “
“ Cosa dobbiamo aspettarci?
Il
Consiglio degli Anziani, che si rendeva conto del grave problema, si riunì e decise che doveva essere trovata
una soluzione per liberare la città dal
potere del Drago Alato.
Vennero convocati al Palazzo del Comune
alcuni cittadini che erano conosciuti come esperti e saggi.
Vennero ascoltati
ad uno ad uno per sapere quali strategie avessero in mente ma ahimè, uno dopo
l’altro, rifiutarono di affrontare l’ impresa.
“Signori miei” diceva uno, “io ho
moglie e figli. Non posso mettere in pericolo la mia vita. Meglio prigioniero
in casa che morto”.
E un altro: “Illustri Consiglieri, ho un lavoro importante da
svolgere, come voi sapete. Come posso abbandonarlo così d’un tratto per affrontare
quella bestiaccia?"
E ci fu chi si lamentò di avere un
braccio malato e di non poter tenere neanche la lancia; e chi prese la scusa di
dover fare un viaggio d’affari; e chi, persino, si dispiacque di doversi sottrarre dall’ impresa perché aveva il cane ammalato.
Gli Anziani non sapevano più cosa fare:
tutti si lamentavano, ma poi quando c’era da farsi venire un’idea o da agire ognuno
aveva qualcos’altro da fare. D’altra parte loro erano Anziani e non potevano
certo mettersi a combattere un Drago Alato! quindi impotenti e rassegnati non
vedevano soluzione.
Ma un mattino, arrivò da loro una giovane ternana della nobile famiglia
dei Cittadini, Clelia. Questa, bella come non ne avevano mai vista, arrivò a
dorso del suo cavallo, decisa ad andare
ad incontrare il Drago per liberare la città armata di una lancia e uno specchio!
Infatti disse: “Signori, col vostro
permesso, andrò a fare una visitina a
quel mostro. Che ne dite?”
Gli Anziani, rimasti a bocca aperta per
tanta baldanza, passato lo stupore,
erano ancora più disperati di prima, perché sicuri che il Drago
avrebbe mangiato Clelia in un sol
boccone. Ma lei insisteva, perché voleva andare, quindi gli Anziani
davanti a tanta insistenza risposero che poteva andare, con tutti i loro auguri
e le loro benedizioni.
La giovane Clelia, uscì dalla città e si avviò verso La Chiusa, arrivata lo vide nascosto ai margini di un bosco:
quatta quatta, senza far rumore si avvicinò.
Il suo avversario, sembrava assopito e Clelia pensò che non sarebbe
stato difficile prenderlo di sorpresa e trafiggerlo.
Ma ecco che nel
preciso momento in cui stava per scagliare la lancia, il drago uscì dal suo
torpore e avanzò fulmineo verso di lei: Clelia, che non si aspettava tanta
velocità riuscì a mettersi in salvo per poco.
Gli attimi che seguirono furono
spaventosi.
Il Drago, furibondo per essersi lasciato sfuggire la sua preda, mosse le grandi ali e si
alzò nel cielo alla ricerca di Clelia. I
ternani che osservavano da lontano con il fiato sospeso, temettero il peggio.
Ma
attraverso il cielo cupo, un raggio di sole riuscì a farsi strada e
Clelia in un ultimo disperato tentativo estrasse il suo specchio, intercettò il
raggio di sole amico e lo rifletté verso la bestia terrificante, abbagliandola.
Tiro non riuscendo più a vedere nulla, annaspava nel cielo in modo scomposto e ... precipitò verso il basso.
Fu questione di un attimo.
La giovane saettò la lancia con tutta la sua forza e, finalmente, trafitto da parte a parte, il Drago stramazzò e rimase immobile per sempre.
La giovane saettò la lancia con tutta la sua forza e, finalmente, trafitto da parte a parte, il Drago stramazzò e rimase immobile per sempre.
Quei cittadini di Terni, che avevano assistito da lontano alla scena, corsero
subito verso Clelia e la bestia per accertarsi che fosse davvero morta; felici
e increduli festeggiarono la ragazza e la scortarono fino in città per dare la
strepitosa notizia.
In breve tutta la popolazione, con alla testa gli Anziani,
si radunò sul luogo della lotta per constatare coi propri occhi la fine del
mostro.
Inutile dire che la giovane venne festeggiata solennemente e che per
parecchi giorni la città visse un’allegria incontenibile.
Non solo erano stati liberati dal
mostro, ma a farlo era stata una giovane e coraggiosa donna e grazie a lei si
poteva cominciare a pensare al futuro.
Per ricordare il pericolo scampato i ternani scelsero come stemma della città il Drago Alato Tiro.
Per la leggenda originale
http://www.lapappadolce.net/il-drago-di-terni-leggenda-umbra2/
Per ricordare il pericolo scampato i ternani scelsero come stemma della città il Drago Alato Tiro.
Stemma di Terni |
Per la leggenda originale
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