Monte Tilia e Leonessa


MONTE TILIA (1776 m s.l.m.) 
E LEONESSA



Santuario di San Giuseppe



La volta sopra di noi  è azzurra, fatta eccezione per dei Cumuli che come un merletto orlano e sovrastano le montagne.

Sullo sfondo il Corno Grande del Gran Sasso incappucciato (Abruzzo)


Il  Monte Tilia, da  casa sembra un piccolo cono, invece da quassù è un ampia balconata che si affaccia su quattro regioni: Lazio, Umbria, Abruzzo e Marche.

Cima del Redentore e Forche Canapine  (Umbria  e Marche)

Il Corno Grande del Gan Sasso è ancora addormentato sotto una leggera coltre di Cumuli; la Cima del Redentore svetta, nonostante le ferite, in tutta la sua maestà; i contorni della città di Terni,  appaiono  poco definiti sotto la leggera foschia; il Monte Terminillo e  il Monte Pelosa ricambiano il nostro sguardo, vista la vicinanza.

Terni (Umbria)

Siamo arrivati  fin quassù in parte con i piedi sospesi nel vuoto e in parte con i piedi per terra.
Da Leonessa abbiamo fatto il viaggio  sulla nuova seggiovia biposto fino al capolinea. Il percorso a  piedi, si snoda fra sassi e morbida erba, piegando  a destra del laghetto, fino alla vetta.

Monte La Pelosa (Umbria)

Una fresca tramontana ci accompagna, non facendoci sentire caldo.

Ogni volta è così. 
Dall'alto si svelano immagini e prospettive fino ad allora sconosciute. 
La sensazione di libertà è immensa, al punto che non vorresti mai abbandonarla. 
Il mondo è lontano, tranne per quei rari e fugaci incontri di umanità venuta a cercare, forse le medesime cose.
Sono lontani anche i problemi, anzi da quassù sembri accarezzarne anche le probabili soluzioni.

Monte Terminillo (Lazio)


Unici  rumori sono quelli dei passi, dei respiri, del vento, dei versi degli uccelli e del ronzio degli insetti.
Ci concediamo il tempo per le foto, per cristallizzare immagini, spazi da portare con noi e rivedere tutte le volte che ne abbiamo voglia.
E' freddo.
Un frugale pranzo per recuperare le energie e poi iniziamo a scendere.
Non da dove siamo arrivati, ma dal versante sud del monte.
Il percorso è  ripido, ma siamo aiutati da gradini naturali di erba e sassi, scolpiti dalla neve e dagli eventi atmosferici.
Svoltiamo a sinistra. A destra si scende per il  Fuscello.
Ci incamminiamo per una carrareccia sassosa, strappata alla montagna dalle mani dell'uomo; inizialmente si insinua nel bosco di faggi, poi esce per poi rientrare di nuovo.

Bosco

La terra è color testa di moro, mentre le praterie sono dorate dal sole e dalla siccità.
Le sommità del bosco, danzano e sibilano, incalzate dalle frustate del vento.
Tornati al punto di partenza, riprendiamo la seggiovia per scendere al paese.

Stazione seggiovia in vetta


Il primo tratto è a strapiombo sulla vallata.
Poi la discesa si addolcisce e la vista della  piana di Leonessa si apre mentre scendiamo, non più ostacolata dalle chiome degli alberi.
I tetti del  nucleo storico occupano la parte destra, la parte più giovane è al centro e a sinistra ampi campi coltivati.
Gli appezzamenti sono ordinati e precisi: di forma e colore diversi, ma tutti bordati di cespugli e alberi come le cornici di un quadro.

 Leonessa e coltivazioni




Arrivati a Leonessa, non può mancare una visita al paese, che nonostante qualche ferita causata dal terremoto, mantiene ancora tutta la sua bellezza.


Leonessa
Ci concediamo anche   una sosta rigenerante presso la pasticceria del Corso San Giuseppe da Leonessa
Tra una golosità e l'altra è il momento di  commenti ed impressioni sulla passeggiata.
In particolar modo sulla seggiovia. Facendo qualche ricerca sul web, abbiamo saputo, che è stata inaugurata un anno fa.
Ma la particolarità è nella sua storia. 
La vecchia seggiovia in disuso è stata acquistata dal Comune insieme a quella di Campostella, in uso per gli sport invernali.




Leonessa

Nell'ottica del recupero sostenibile,  senza abbattere altri alberi, la vecchia struttura è stata realizzata negli spazi della precedente,  con  nuove gettate di cemento, nuovi piloni e sedili.
L'investimento  è stato fatto dal Comune che ne mantiene anche la gestione, utilizzando un Fondo della Regione. 


Leonessa Piazza VII Aprile

In tempi in cui le Pubbliche Amministrazioni sono sempre più in affanno economico,  ci ha fatto davvero piacere, che un Ente Pubblico abbia  realizzato un' opera, per la valorizzazione del territorio, investendo sul turismo anche di montagna.
Che sia questa la strada per dare linfa ai piccoli territori, che tante bellezze hanno da offrire?

Leonessa Piazza VII Aprile

Se siete arrivati a leggere fin qui, avete conosciuto questi luoghi camminando sulle mie gambe, guardando con i miei occhi, ascoltando con le mie orecchie.
Se il  post vi ha incuriosito, cosa aspettate ad andare con le vostre gambe, guardare con i vostri occhi, ascoltare con le vostre orecchie?
Questo post è un diario di una gita di un giorno. Non riesce a narrare tutte le notizie che riguardano Leonessa e i suoi monti.
Per approfondire, ci sono molti siti,  che se volete, vi consiglio di guardare.

Pro Loco

Se il Post vi è piaciuto, per favore condividete

Commenti

  1. Conosco questi luoghi ci andavo a villeggiare da bambina e le tue descrizioni mi fanno rivivere le escursioni che facevo con il mio papa' e con tanti amici

    RispondiElimina
  2. Ciao Ade, non c'è niente di più bello di ricordare luoghi, fatti, emozioni che pescano direttamente dall'infanzia. Nel mio piccolo descrivendo le emozioni e le sensazioni provate in prima persona, sono felice di far rivivere anche quelle di altri.
    Chissà che non ti assalga la voglia di tornare nei luoghi della tua infanzia?
    Grazie e buona notte.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Pizza di formaggio ternana

Pizza dolce ternana

I Licheni