Ascolta il mio cuore di Bianca Pitzorno

Ascolta il mio cuore 
di 
Bianca Pitzorno


L'Ambiente (il soggetto di questo blog) è fatto di relazioni. Relazioni fra gli animali e l'uomo, le piante e l'uomo e anche tra gli esseri umani. 
Questo libro racconta della relazione, tra le tre protagoniste Elisa, Prisca e Rosalba e il loro tempo.
Un'altro libro, molto famoso e ambientato in Italia,  negli anni cinquanta del secolo scorso, narra le avventure della classe 4 D della scuola Primaria e anche quello ha un titolo che ha a che fare con il cuore: Cuore, per l'appunto di Edmondo De Amicis.
Ma come spiega l'autrice, Bianca, quel libro fu scritto dal punto di vista di un adulto, animato da intenzioni educative. Ascolta il mio cuore, narra il punto di vista di una bambina e vuole dire proprio questo: hai ascoltato il cuore di De Amicis, adesso ascolta un pò anche il mio.
In 407 pagine, lette in tre giorni, scritte con uno stile piacevole e profondo, ci viene restituita l'immagine di un paese, uscito da poco dalla guerra, ma ancora con profonde ferite e molti debiti, che come sempre saranno i più deboli a dover pagare.
E' il racconto di un intero anno scolastico, suddiviso in mesi, come il precedente Cuore, in compagnia della perfida, ipocrita, maestra, soprannominata Arpia Sferza, e delle compagne di scuola suddivise nei gruppi: i Conigli, le Leccapiedi, le Gattemorte e i Maschiacci.
E' ancora il tempo delle classi femminili e maschili, dei grandi fiocchi sui grembiuli, dell'obbligo scolastico fino alla quinta elementare.
Poi chi avrebbe proseguito gli studi accedeva  alle scuole Medie, mentre chi sarebbe andato a lavorare, avrebbe iniziato a frequentare l'Avviamento. I più sfortunati, come Adelaide e Iolanda, sarebbero state mandate a lavorare, senza completare la scuola dell'obbligo.
Ma le nostre eroine non accettano di buon grado le ingiustizie, le ipocrisie degli adulti, le malefatte della maestra e l'ineluttabilità degli eventi.  Metteranno in atto tutta una serie di strategie per contrastare le ingiustizie, e alla fine la vittoria (o la vendetta?) arriverà lenta e inesorabile come una tartaruga.

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